Nuovo menu 1/3 La cucina e il “pensiero debole” che non ho
La cucina non è semplice e tantomeno facile. Chi lo dice o non ne sa abbastanza o si alza la mattina e pur di prestar fede a quel concetto si complica la vita, facendo cose che «voi umani…» e sforna qualcosa che pare semplice, ma non lo è: un minimal cervellotico, in altre parole snob. Io non sono così, a me piace aggiungere, perché la cucina è meraviglia, è piacere intellettuale e fisico.
Attenzione un’idea può avere una semplicità fulminante come, ad esempio, avvolgere del pesce in una foglia al passo con le stagioni, ma poi ci vogliono molti passaggi, molte prove, molta storia, molta pazienza, molta tecnica per renderla memorabile o comunque degna dell’alta ristorazione. Certo, se faccio una cucina complessa (l’opposto di complicata, tipo minimal cervellotico) non posso mica dedicarmi a sapori velati, quaresimali, in chiaroscuro, sceglierò sapori forti, precisi, antichi.
Colpa anche di dove sono nato e come sono cresciuto. E a, 52 anni, una persona prende sempre più coscienza di sé, dopo essersi misurato con un certo numero di difficoltà personali e professionali. Vi dico, quindi, che la cucina non è facile, né troppo semplice o peggio apparentemente semplice. La mia, poi, gioca fino allo stremo con sapori che non ti scordi più. Vera e sensuale.
Bistecca di lattuga con estratto di vegetali e sale di sedano (foto Giuseppe Bornò)
Ciccio Sultano
mente pratica