Risposta dovuta a Cracco

 

 

In una recente intervista, apparsa su Cucina Corriere, Carlo Cracco si è espresso così: «Da noi, al nord, il cambiamento è normale. Forse perché un cuoco, al sud, ha una base di tradizione più solida e una vasta scelta di produzioni di territorio».

https://cucina.corriere.it/notizie/cards/carlo-cracco-la-cucina-italiana-ha-perso-suo-primato-vi-spiego-perche/affondo_principale.shtml

Non capisco, con tutto il rispetto che nutro per Carlo, perché un cuoco italiano insista sulla divisione tra nord e sud, dicendo che i meno creativi sono quelli più ricchi di tradizioni e prodotti e che, al contrario, chi ne ha meno o ne ha perse di più è, giocoforza, più inventivo. Ma siamo proprio sicuri?
Quale è, scusate, la cucina moderna che a noi manca? Io traduco/tradisco la tradizione tutti i giorni come tanti altri colleghi che lavorano sotto il Po. E soprattutto, dopo Ferran Adrià non si più è inventato nulla di nuovo. Chi sa raccontare e vendere meglio vince, ma, vi prego, non parliamo di sostanziali differenze, perché non ne vedo! Assolutamente! Ci sono tante grandi, belle, geniali cucine e chi è più bravo a vendersi vince, al di là di qualsiasi latitudine, confine regionale, nazionale e internazionale.

Ciccio Sultano