Pastamara come e perché
Che cosa è Pastamara e perché questo nome?
È il nome che fa il posto. In siciliano, Pastamara corrisponde alla fava di cacao che per la sua forma allungata ricorda un dirigibile, una macchina volante che scivola sull’aria. Il cioccolato, metafora del viaggio tra la Sicilia e l’Austria, tra Ibla e il Ritz-Carlton di Vienna, a due passi dall’Opera, tra le Americhe e la vecchia Europa. Prima spezia e poi fonte di dolcezza, il cioccolato ha viaggiato moltissimo per il mondo almeno quanto il pepe nero.Penso Pastamara, bar con cucina, come una piazza, interna ed esterna. Centrale, perché accanto alla lobby dell’albergo, raggiungibile da quattro ali del palazzo e centrale rispetto alla città, capitale della mitteleuropa. Un luogo ideale di incontro, regolato dallo scandire dei servizi, prima colazione, drink, pranzo, tè, carrello degli aperitivi, cena, dopo cena. Il bar di Pastamara è una sorta di plancia da cui guidare la navigazione della sala in cui si mescolano salotto e ristorante, dal tagliere di formaggi e salumi siciliani e italiani al cocktail, al menu gourmand, ai dolci.
Apertura 3 dicembre 2018, come sta andando?
Sono molto soddisfatto, i risultati vanno al di là delle aspettative.
Che tipo di cucina si fa a Pastamara? Siciliana, europea, internazionale?
Prima siciliana, poi italiana e, naturalmente internazionale, visto il prestigio del The Ritz-Carlton. Ma aggiungo che la cucina siciliana per la ricchezza di influenze è di per sé una cucina a vocazione mondiale a condizione di attualizzarne le ricette, liberandola dal provincialismo e dal folclore di bassa lega.
Chi ringrazi per il lavoro che si sta facendo a Vienna?
Innanzitutto e in modo speciale Cristian Zandonella, geenral managere del The Ritz-Carlton, un grande direttore, forse il primo che incontro a cui sta veramente a cuore il cibo e la ristorazione alberghiera. E poi i miei bracci destri a Vienna, Nicola Zamperetti, executive chef, Francesco Milicia sous chef, Cristina Roccon, pasty chef. Senza dimenticare l’impegno profuso da Gabriella Cicero, general manager e dal direttore di sala Giuseppe Di Franca.
Ciccio Sultano
mente pratica