Bon ton a casa
«Per le feste e per qualsiasi altra occasione vale la pena di tener conto di alcune regole di bon ton – dice Giuseppe Di Franca, direttore del Ristorante Ciccio Sultano – da usare quando si invita a casa. Questi sono solo dei consigli, ispirati a regole generali, assodate e riconosciute. Naturalmente, una regola si applica o meno a secondo della situazione e della compagnia, perché stare a tavola rimane un piacere e un divertimento». L’ospite è sacro e, quindi, lo si accoglie sempre con un gran sorriso e una forte stretta di mano o un abbraccio se la confidenza lo permette. Ci si avvicina, chiedendo i soprabiti e le borse; se l’ospite arriva con un regalo bisogna mettere in evidenza il gesto, gratificandolo. È il padrone di casa ad accogliere gli ospiti e spetta soprattutto alla padrona di casa intrattenerli e metterli a proprio agio. Va ricordato che se si è in coppia, è l’uomo a entrare per primo in casa altrui, mentre quando si esce, è la donna a farlo per prima.*
Dopo l’aperitivo, utile a rompere il ghiaccio, a tavola i padroni di casa si siederanno uno di fronte all’altro. Secondo il galateo, a destra della padrona di casa si siederà l’ospite più importante o più anziano; a destra del padrone di casa la persona che lo accompagna. E così a sinistra dei padroni di casa si sistemeranno il secondo ospite più importante e chi lo accompagna. Per evitare che si creino piccoli gruppi, è giusto alternare a tavola uomini e donne. Nel servizio e in genere durante la serata è la padrona di casa a dettare i tempi. Una volta a tavola, non si dovrebbe augurare buon appetito né esclamare cin cin, sbattendo i bicchieri. Basta sollevare il calice di venti centimetri, incrociare gli sguardi e annuire con il capo. Il tovagliolo va disteso sulle ginocchia nell’attimo stesso in cui ci si siede. Per prima va versata l’acqua e poi il vino. Galateo vuole che siano serviti prima gli ospiti più importanti, poi le signore e, quindi, gli altri. Forse non tutti sanno che di fronte a un piatto con del brodo è ammesso inclinarlo per raccoglierlo con il cucchiaio, ma solo verso l’esterno. Se da una parte non sarebbero ammesse le scarpette, d’altra, non è necessario lasciare comunque qualcosa nel piatto se è stato di proprio gradimento. Qual è il linguaggio delle posate? Posizionate sulle 9 e 15, il commensale non ha finito di mangiare; sulle 3 e 15, ha terminato. Infine, bon ton e senso dell’ospitalità consigliano di lasciare un ricordo della serata: il menu o un segnaposto, preparato per l’occasione:
Ciccio Sultano
mente pratica